31 gennaio, 2005
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Airone bianco maggiore
Riserva di Tanali (Pisa) - Olympus C-70
Finora la notizia è stata colpevolmente trascurata dai mass-media, ma presto sarà di dominio pubblico: gli Ardeidi sono in forte aumento nel nostro Paese. Questo tipo in livrea bianca solo pochissimi anni fa non si sarebbe sognato nemmeno di posare in un acquitrinio toscano.
Non è necessariamente una buona notizia dal punto di vista ecologico, certamente lo è per gli amanti del bello.
29 gennaio, 2005
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Colline nei dintorni di Volterra. Olympus XA
Questa è la Toscana che pervade l'immaginario collettivo mondiale. Bella è bella, niente da dire... ma io non la reggo per più di un giorno. È piatta, sterile, fatta di cielo più che di terra. Un paesaggio eroso senza pietà dall'uomo, pronto per la discarica e il capannone industriale.
Basta un bidone abbandonato o una baracca di lamiera perché l'incantesimo si dissolva. Restano zolle grige sfinite dall'aratro e cascinali ciechi.
Scorcio
Cascinale toscano ricavato da un convento. Nikkormat FT2, obiettivo 300mm
Una continuità penetrante si stabiliva così tra l'opera dell'uomo e la natura in virtù di elementi funzionali, non pensati e realizzati per guardare la natura, ma per rispondere agli interessi che legano l'uomo alla terra, per vivere cioè la natura.
E tanto più precisi e reali erano questi interessi tanto più la continuità, l'inscindibilità della casa dalla terra era raggiunta in termini poeticamente validi.
Giovanni Michelucci
Fattoria
Magazzino di una vecchia fattoria. Provincia di Pisa. Olympus C-70
Chi abbia vissuto in mezzo alla campagna , in una delle tante case padronali, porta in sé fin dall'infanzia un ricordo commosso dei segreti rapporti fra quelle case e la terra: di angoli inattesi, in ombre umide, fra le camelie; di portici e altane nati per difendere dal sole e proteggere le stanze e gli attrezzi da lavoro; porta il ricordo di finestre socchiuse nelle giornate estive attraverso le quali il rumore del lavoro esterno o il silenzio o il canto delle cicale penetravano risvegliando acuta e stupenda la sensazione della natura nella sua pienezza vitale.
Giovanni Michelucci
S.Rossore
Radura nel Parco S.Rossore-Migliarino-Massaciuccoli (Pisa).
Olympus XA
Questa foto mi ha procurato una discussione interminabile.
Come si nota con chiarezza, i colori sono falsati dal tramonto imminente che stende una dominante rossastra sul paesaggio. Il mio interlocutore affermava trattarsi di un difetto irrimediabile, un artificio imperdonabile da sanzionare con rigore iconoclasta. Io rispondevo che i casi d'artificio universalmente accettati in fotografia sono molti: la grana delle pellicole ad alta sensibilità, il mosso nelle foto d'azione, lo stesso bianco e nero... nessuno di questi effetti è percepito naturalmente dall'occhio umano, eppure nessuno ha qualcosa da obiettare sul loro utilizzo.
Il mio rivale replicava che quelle erano tecniche che il fotografo applicava volontariamente, al contrario del mio rossore che si doveva al caso o, con più probabilità, all'imperizia.
Io allora m'indignavo, mi mostravo sinceramente stupito di essere giudicato così inetto e propugnavo la volontarietà del click...
Siamo andati avanti un bel po', ma ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Adesso lo posso confessare: bello o brutto quello scatto è dovuto solo al caso.
(Già che ci sono confesso anche che a metà di questo post ero annoiato a morte. L'ho finito solo per testardaggine)