29 settembre, 2005
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Pane fatto in casa - Olymus C70Z
Ci sono le donne che fanno il pane e il pane rigonfia sotto le mani; ci sono le donne a cui il pane non gonfia. Quello è un fatto puramente naturale e fisico, perché deriva proprio dal calore delle mani.Noi architetti abbiamo un pane, abbiamo questo pane da modellare, ma bisogna controllare se abbiamo il calore, il calore nelle mani. E non c'è calore se non si ama profondamente...
da Dove si incontrano gli angeli di Giovanni Michelucci
17 settembre, 2005
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Ubuntu
Ubuntu regnò sui Doddo Orientali dai primi anni '20 ai primi anni '20. Figlio di Urguz, di Baullé e di Gurun, ebbe sempre grossi problemi con l'ufficio anagrafico, ma trascorse un'infanzia serena, punteggiata da pochi massacri e saccheggi.
Il nonno Malox lo iniziò alle arti divinatorie e già a sei anni seppe prevedere il risultato di Bologna-Spal, campionato 1959, girone di ritorno.
Ubuntu salì sul trono giovanissimo, ma il buon padre Urguz (o Baullé) lo fece scendere subito con uno scappellotto, ché glielo sporcava.
A diciotto anni sposò Sciurascura, una splendida fanciulla di etnìa Sorate che gli donò quattro figli. Ubuntu rifiutò garbatamente, con il pretesto che i figli non erano suoi. Lo scontro tribale fu inevitabile.
La guerra infuriò per anni nella savana. Agguati, zagaglie, guaiti, tafferugli a non finire alla fine ebbero fine quando il padre Baullé (o forse Urguz) si ritirò in eremitaggio sulle Colline-della-Luna-Bassa-Quando-è-Bassa-Altrimenti-No.
Ubuntu, abbandonato anche dalla madre (o forse padre) Gurun, cadde in miseria. I suoi amici più fidati non dimenticarono i lunghi anni trascorsi insieme e alla fine di un lungo inseguimento lo presero e riempirono di botte. Solo e contuso, triste e confuso, bisognoso di affetto e di un'altra rima baciata, il nostro eroe vagò in esilio nutrendosi di miceti, micetti, carpe e scarpe, vermi e vermicelli. Si dissetò con l'acqua delle pozzanghere assolate (a lui si deve l'invenzione del brodo primordiale), si vestì di corteccia d'albero (da qui il suo portamento un po' legnoso), passò le lunghe notti solitarie leggendosi le mani e arrivando a conoscerle palmo a palmo.
Dopo una lunghissima marcia Ubuntu giunse nel Paese dei Balocchi e qui fu arrestato, processato e condannato per sconfinamento letterario. Trascorse cent'anni di similitudine nella scopiazzatura di un celebre romanzo, tra personaggi incolori e binari morti narrativi, carestie di idee e prose zoppicanti, periodi ridondanti e ripetitivi come questo. Evase grazie all'aiuto di un correttore di bozze ribelle che lo camuffò da refuso e lo imbarcò in un manuale di storia africana. Qui corruppe un editor e penetrò nel capitolo che lo riguardava, ribaltando i fatti. Riacquistato così il regno Ubuntu visse abbastanza felicemente fino alla morte, avvenuta in circostanze misteriose dentro una pentola a pressione. Riposa nella tomba di famiglia accanto al padre, al padre e alla madre (o forse alla madre, alla madre e al padre).